Miele di LAVANDA SELVATICA

L’aroma della lavanda selvatica non ha l’intensità di quella coltivata, pittosto il miele che ne deriva possiede invece un gusto delicato, dolce, fruttato e floreale.

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La lavanda è uno dei gioielli delle pratiche di aromaterapia perché in grado di dare un senso immediato di distensione al sistema nervoso.

E’ una valida soluzione naturale per ritrovare slancio ed equilibrio ed un efficace calmante contro ansia e stress. Antispasmodico e leggermente analgesico, può essere consumato per combattere i casi di mal di testa e come soluzione per le vertigini. Gli si attribuisce un’azione antireumatica e digestiva e può essere impiegato esternamente per combattere scottature e prurito. Il miele di lavanda può essere impiegato per la cura di diverse patologie legate alla sfera del sistema nervoso.

Il nostro Miele di Lavanda Selvatica viene raccolto nella rinomata Gallura, in Costa Smeralda.

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da sardegnaAmbiente:

Lavandula stoechas L.
Famiglia: Labiatae
Nome sardo: Spicula areste, archemissa, abioi
Corologia: L’areale della Lavandula stoechas in senso lato è tipicamente stenomediterraneo. E’ diffusa dalla Penisola Iberica alla Francia meridionale, all’Africa del Nord. La specie non è presente in Libia ed Egitto, in Jugoslavia ed Albania, mentre ricompare in Grecia, arcipelago egeo, Anatolia, Medio Oriente. In Italia è presente in Liguria, Penisola (solo sulle coste occidentali dall’Apuania alla Calabria), Sicilia, Sardegna, Corsica ed isole minori, manca nelle regioni del versante adriatico.
Tipo corologico: steno-mediterraneo
Descrizione: Pianta suffrutice, alta 30-60 cm., densamente ramosa, con forte odore aromatico. La radice è legnosa, serpeggiante, fibrosa. Il fusto rigido e ramoso è legnoso inferiormente, con rami tetragoni. La corteccia di colore bruno-rossastra, con screpolature. Le foglie dentate sono opposte oblungo-lineari, intere con margine increspato rivolto verso il basso, appaiono di un tenue colore verde-grigiastro tomentoso sulle due pagine. I fiori sono piccoli di un bruno porporino, riuniti in spighe terminali ovoidi lunghe 20-35 mm, coronate da grandi brattee sterili,di solito di colore violetto; hanno un piccolo calice gamosepalo, di colore blu scuro, terminante in 4 denti triangolari più uno che forma un’appendice pelosa. I frutti sono degli acheni brunastri leggermente iridescenti.
Fenologia: La fioritura, influenzata dalle condizioni climatiche, avviene da gennaio fino al mese di giugno; fruttifica in giugno-luglio Habitat: La lavanda è una pianta tipica della vegetazione mediterranea; predilige un clima mite ed occupa in genere le macchie e le garighe dalle zone marine sino ai 600 metri sul livello del mare, confondendosi con il cisto, il mirto e il lentisco. E’ particolarmente frequente nelle aree percorse
ciclicamente dal fuoco mentre scompare quando la vegetazione diventa evoluta. Si adatta egregiamente ai terreni silicei (acidi), trachite, graniti, scisti, basalti.
Forma biologica: Suffrutice o piccolo arbusto sempreverde.
Usi e curiosità: La conoscenza e l’uso erboristico di questa specie è conosciuto fin dall’antichità, essendo citata nel De Materia Medica di Dioscoride (65 d.C.). Il nome della lavanda deriva dal latino “lavare”; questa pianta fu estensivamente usata dai Greci e dai Romani, per il suo profumo e come aromatizzante nei loro “bagni”. “Buréddha” è il nome in vernacolo della lavanda, usato in Gallura, deriva dal latino “(com) bùrere” ovvero bruciare, poiché la pianta veniva utilizzata per bruciare le setole del maiale da ingrasso alla sua uccisione. La lavanda è molto utilizzata a livello industriale per la profumazione di saponi e di altri prodotti cosmetici. Tutte le specie di lavanda comuni in Europa, nonché gli ibridi coltivati, possono produrre mieli uniflorali. Le caratteristiche di questi mieli sono diverse a seconda dell’origine. Il miele di L. stoechas è l’unico miele di lavanda che si possa ottenere in Italia in quantità cospicue. Viene prodotto soprattutto in Sardegna e, occasionalmente, in altre zone tirreniche (isola d’Elba).


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