miele di ROSMARINO

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Conosciuto anche come Miele di Rugiada Marina, il Miele di Rosmarino di Sardegna è un miele che le api ottengono dal nettare dei fiori del Rosmarino e non una semplice infusione di rametti di rosmarino intinti nel miele. Ha un aroma quasi salmastro, finemente aromatico e leggermente floreale.

Il Miele di Rosmarino è uno dei 5 mieli tipici di Sardegna ma è pressoché introvabile dovuto al fatto che la pianta fiorisce a febbraio e il miele che le api ne ricavano è destinato al loro esclusivo nutrimento, dopo il lungo e freddo periodo invernale. Periodicamente la natura offre una copiosa fioritura di rosmarino permettendo alle api di produrre più miele di quello che necessitano per nutrirsene e permetterci così di confezionarne alcune centinaia  di vasetti da destinare alla vendita. 

Secondo la fitoterapia il rosmarino spicca per la sua capacità benefica per il fegato; favorisce la depurazione epatica, regola la produzione di bile migliorandone il funzionamento. Perfeziona l’attività di stomaco e intestino.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il Miele di Rosmarino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

fiori salvia rosmarinus
Fiori di rosmarino THOR [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons 

miele di rosmarino proprietà


da sardegnaAmbiente:

Rosmarinus officinalis
Famiglia: Labiatae
Nome sardo: Zippiri, romasinu, gramasinu
Corologia: Specie steno-mediterranea, con gravitazione verso il Mediterraneo occidentale: Europa meridionale (inclusa la zona atlantica della Penisola Iberica meridionale), Africa settentrionale, Asia occidentale. In Italia è presente nella Liguria, zona costiera occidentale, meridionale e parzialmente adriatica (meridionale fino al molise), Lago di Garda ed Isole.
Descrizione: Arbusto sempreverde alto sino a due metri, molto ramificato appartenente alla famiglia delle Labiate. Fusto legnoso, corteccia grigiastra; foglie piccole, sottili e opposte, con margini piegati verso il basso, la parte superiore color verde scuro e quella inferiore quasi argentea, aromatiche. Fiori irregolari raccolti in spighette terminali, racchiusi in corolle di colore azzurro, violetto o rosato, talvolta biancastro. Il frutto è un achenio liscio.
Fenologia: Il periodo di fioritura varia a seconda dell’altitudine. Nelle zone litoranee fiorisce nei mesi di ottobre-febbraio; nelle zone interne tra marzo-luglio.
Habitat: Vegeta dal livello del mare fino agli 800 metri di altitudine su garighe e macchia mediterranea bassa. Specie xerofila, molto rustica che si adatta facilmente a terreni con diverso pH, prediligendo tuttavia suoli calcarei a reazione alcalina. Risente molto del freddo e delle gelate invernali.
Forma biologica: Nanofanerofita
Usi e curiosità: Il nome della specie deriva da “ros/roris”= rugiada, e “maris”= del mare. Il rosmarino si riproduce sia per seme che per talea. In cosmesi le lozioni ed i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto ed impediscono la caduta dei capelli, i dentifrici ed i collutori al rosmarino rinforzano le gengive. Nel ‘700, per preservare dalla peste le pecore, si consigliava di profumare con rosmarino l’ovile ove esse dormivano. Una legenda narra che il rosmarino offrì riparo alla Vergine Maria durante la fuga dall’ Egitto, e poiché vi poggiò sopra il proprio manto, i fiori, originariamente bianchi, divennero azzurri. L’uso del rosmarino nelle usanze popolari e religiose sarde ha origini antiche. Già in periodo romano lo si usava per preparare ghirlande propiziatorie e venivano bruciati rametti in onore di Afrodite e degli Dei che proteggevano la casa. Il rosmarino è ritenuto una buona pianta mellifera, è sfruttato nell’apicoltura. La composizione qualitativa dell’olio di rosmarino varia a seconda del substrato.


da regione .sardegna.it

Il miele di rosmarino viene prodotto da sciami di api tenute a pascolo esclusivamente in aree di
vegetazione spontanea. Viene scelto il periodo più opportuno per il pascolamento, in coincidenza della
fioritura del rosmarino (febbraio-marzo), e quando non c’è la “concorrenza” di pollini di altre essenze
della macchia locale. Fasi di processo: appena estratti dalle arnie i telaini vengono portati nel locale di
lavorazione, sottoposti a disopercolatura manuale, con ordinari attrezzi da cucina, quindi a smielatura
con uno smielatore meccanico centrifugo in acciaio. Appena estratto il miele viene posto in serbatoi di
acciaio di circa 2 q.li, dove avviene la decantazione. Successivamente si passa alla maturazione e allo
stoccaggio del miele in serbatoi verticali di acciaio. La fase di maturazione va dai pochi giorni ad
alcuni mesi, a seconda della variante di gusto e dei flussi di ritiro del prodotto finito. Segue il
confezionamento manuale in vasetti di vetro di piccoli formati. Tutta la lavorazione avviene a
temperatura ambiente. Non sono effettuati trattamenti termici.


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