Miele di ERICA

Il fiore di erica sboccia a marzo ed è quindi una delle prime fioriture primaverili. La disponibilità del miele di erica non è sempre garantita ai consumatori perché si tratta del primo miele che le api producono e principalmente un alimento destinato al loro esclusivo nutrimento dopo il freddo invernale povero di fiori e cibo.

apinath miele delle fate

Periodicamente il clima permette un’abbondante fioritura del fiore di ERICA nella macchia mediterranea sarda e talvolta la produzione del raro Miele di Erica è così abbondante da produrne una quantità sufficiente sia a sfamare le api, ghiotte di questo miele saporito, che ad averne in eccesso e quindi soddisfare la richiesta degli estimatori.
Il miele di erica si presenta abbastanza denso, mai perfettamente liquido, di color bianco-ambrato con tonalità arancioni. Il suo sapore caramellato si abbina ottimamente ai formaggi fortemente saporiti.

Gli vengono attribuite proprietà antireumatiche e ricostituenti ed è un miele con uno dei più alti tassi di antiossidanti mentre la tradizione attribuisce all’erica funzioni antisettiche delle vie urinarie e intestinali.

I degustatori gli attribuiscono un sapore fresco, di caramello, di zucchero cotto, polvere di caffè, camomilla, curcuma , zafferano. Il suo aroma viene anche associato a tamarindo, creme caramel, legno aromatico, liquirizia.

Il miele italiano di erica presenta solitamente anche la presenza di fiori di acacia ma questo non succede col miele sardo di erica.

 

L’erica è una delle piante principali della macchia mediterranea; resiste al passaggio del fuoco e ricaccia già dopo pochi mesi. Tutta la parte aerea prende fuoco facilmente, ma la parte sotterranea, la cosiddetta “radica”, resiste. È l’assorbimento massiccio del silicio dal terreno che, impregnandone i tessuti, rende il ceppo ignifugo. Con la robusta radice di Erica si confezionano le pipe da tabacco.


da sardegnaambiente.it

Erica arborea
Famiglia: Ericaceae
Nome sardo: Kastanariu, Iscoba, Kastannarzu.
Corologia: Diffusa in tutto il Mediterraneo.
In Italia la specie si trova in Liguria, Alpi, dal Garda al L. di Como, Sicilia, Sardegna ed sole minori. In Sardegna è presente principalmente in Gallura in suoli acidi, graniti, scisti, basalti, ma è possibile reperirla anche su calcari, nel Supramonte di Orgosolo e di Urzulei, nel golfo di Orosei, sul M.Marganai.

Descrizione: Arbusto alto fino a 6 metri con rami eretti e molto ramificato. Corteccia molto irregolare, grigiastra e screpolata. Rami
giovani pubescenti. Foglie lineari (3-5 mm) glabre, verdi scure con un solco nella pagina inferiore, verticillate a 3-4. Fiori bianchi o rosati, profumati con forma campanulata, riuniti in infiorescenze a grappolo. Il frutto è costituito da una capsula contenente numerosi semi.
Fenologia: Fioritura gennaio-marzo.

Habitat: Specie caratteristica della macchia, predilige ambienti con suoli silicei e/o acidi. Pianta a crescita molto lenta, eliofila che vegeta nei luoghi aperti e soleggiati fin oltre i 1000 m. di altitudine. Non tollera bene i suoli calcarei.
Forma biologica: Microfanerofita
Usi e curiosità: Il nome erica deriva dal greco “ereiken”, che significa rompere, con riferimento alla fragilità dei fusti o forse al vivace scoppiettio del legno sotto l’azione della fiamma; per altri alluderebbe alla supposta proprietà medicinale di sciogliere e frantumare i calcoli. Il legno si presta bene per lavori al tornio ed è un ottimo combustibile. Le fronde erano usate per fare scope grossolane, per le aie e per gli ovili. Dal ceppo radicale si confezionano le pipe. Le pipe d’erica sarda venivano considerate le migliori del mercato e venivano esportate anche all’estero (in particolare in Francia). Si propaga per seme, margotta e talea. Pianta mellifera.


da UnaApi

L’erica (Erica arborea, della famiglia delle ericacee), è una pianta arbustiva sempreverde, tipica della macchia mediterranea, ma che si spinge anche in località alpine (senza però essere produttiva di miele). Il ciocco, cioè la parte basale della pianta, viene utilizzato per la produzione di fornelli da pipa (radica), mentre i rami per la fabbricazione di scope da giardino, parimenti all’altra varietà di erica, l’erica scoparia, che spesso vegeta negli stessi ambienti ma si distingue per i rami glabri e le corolle più piccole e verdastre.
Fiorisce tra marzo e maggio, e per la precocità della fioritura non sempre gli alveari sono già sufficientemente forti per riuscire a sfruttare bene questa risorsa.
Il miele di erica arborea si produce soprattutto in Toscana, ma anche in Liguria, Umbria e Sardegna.
E’ caratterizzato da una notevole torbidità, acidità e velocità di degradazione, ma ha caratteristiche organolettiche molto originali.

caratteristiche organolettiche del miele: torbido anche quando è liquido, cristallizza rapidamente. Si presenta di colore ambrato scuro con riflessi rossastri quando è liquido, e marrone-arancio quando cristallizzato. Odore e sapore sono mediamente intensi, persistente in bocca.

Alcune parole o espressioni usate per descrivere l’odore: fresco, di caramello, di zucchero cotto, polvere di caffè, camomilla, curcuma , zafferano.
Alcune parole o espressioni usate per descrivere il gusto/aroma: caramella mou, tamarindo, creme caramel, legno aromatico, liquerizia.

In cucina può essere abbinato a formaggi stagionati e piccanti, e come miele “da tavola”, gustato in purezza, non dà un rapido senso di sazietà come altri mieli
variazioni su tema: il miele di erica, eventualmente presente nell’alveare al momento della fioritura dell’acacia,  può “contaminare” quello di acacia (fenomeno soprattutto toscano) con un tocco quasi subliminale di gustosità e “calore” rispetto al sapore più “freddo” dell’acacia in purezza.

CONTATTI, ACQUISTI, PUNTI VENDITA – APINATH SHOP